Tropea non entra tra le finaliste: il perché del MIBACT

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03/02/2021

Tropea non entra tra le finaliste: il perché del MIBACT

 

Ritorno sull’argomento della candidatura di Tropea a Capitale Italiana della Cultura 2022 non per controbattere alle dichiarazioni della dott.ssa Luisa Caronte, da noi nominata coordinatrice del gruppo di lavoro deputato alla stesura del progetto, ma per rendere nota ai Cittadini di Tropea, a tutti i Calabresi e non che hanno dato il loro contribuito all’impresa e ai tanti che nutrono interesse per la crescita comunitaria, la vera ragione per cui non  siamo entrati nella rosa dei dieci finalisti. Effettivamente ne ero a conoscenza da un po’ ma ho voluto attendere la comunicazione formale del MIBACT per poterla riportare testualmente e, partendo dal dato ufficiale, riflettere insieme in prospettiva futura.  

Il riscontro alla nostra richiesta della motivazione della Giuria ci é giunto l’1 febbraio. Dal verbale risulta cos’ha determinato la scelta delle 10 località ammesse alla fase conclusiva, compendiabile nell’ottima qualità dei progetti redatti, nonché la valutazione dell’elaborato di ogni località non ammessa alla finale.

Tralasciando, per motivi di discrezione, le analisi inerenti le città di Arezzo, Arpino, Carbonia, Castellammare di Stabia, Fano, Isernia, Modica, Molfetta, Padula, Palma di Montechiaro, Pisa, San Severo, Scicli, Trani, Venosa e Vigevano vi riporto quella che ci riguarda: ”Candidatura priva di un tema culturale, ma incentrata su un interessante progetto pilota. Presenta buona connessione e collaborazione con il territorio e le imprese. Fragilità nella definizione della governance e del budget. Non sempre evidenziate le possibili ricadute turistiche del progetto.”.

A questo punto devo dichiarare, e lo faccio senz’esitazione alcuna, che la colpa della mancata vittoria, o almeno della mancata inclusione nella tornata finale, é veramente mia. É diventata mia nel momento in cui non ho seguito il mio intuito, lo stesso che mi aveva indotto, assieme all’Amministrazione che ho l’onore di guidare, a candidare Tropea, attirandomi gli appellativi, nei casi migliori, di folle, velleitario e vanaglorioso, sensibilità che a marzo mi aveva allertato circa la reale capacità della coordinatrice di condurre a buon fine l’impresa. Ho ignorato i campanelli d’allarme non irrilevanti e non ho osato abbastanza procedendo, sia pure in corsa e con poco tempo innanzi, alla sua rimozione e sostituzione nell’incarico. Il suo modo di agire di questi ultimi giorni conferma il mio convincimento e aumenta i miei sensi di colpa. 

Il suo scendere in campo per osannarsi, sostenendo, presuntuosamente, la perfezione assoluta del dossier, e la gravissima e menzognera affermazione di inammissibilità del progetto cagionata dal Sindaco sono emblematici e si commentano da soli.

Le dichiarazioni da lei avanzate, infarcite di contraddizioni e mistificazioni, hanno il solo, maldestro, scopo di ingenerare confusione per tentare di nascondere il desiderio deluso di ottenere l’incarico apicale nella gestione del progetto, in caso di vittoria.  

Purtroppo, l’incartamento di Tropea, pur dotato di un interessante progetto pilota e di una buona connessione e collaborazione col territorio e con le imprese, non  ha avuto, a giudizio della Giuria, il pregio di crescere intorno ad un tema culturale, in altri termini si è sviluppato senza un’anima e, nonostante la fortissima vocazione turistica che ci contraddistingue, non sono state sempre evidenziate le ricadute in questo settore strategico, obiettivo che ci sta particolarmente a cuore. La fragilità nella definizione della governance, di poi, non si lega assolutamente all’incarico non assegnato alla dott.ssa Caronte ma, piuttosto, alla deficitaria illustrazione dell’azione di governo, ovverosia alla mancata, opportuna articolazione e accurata descrizione delle azioni e degli interventi che si sarebbero dovuti realizzare per gestire il complesso percorso, così come confermato dal confronto con i dossier redatti da altre città concorrenti giudicate adeguate in questo campo; lo stesso vale per il budget. 

Non posso non sottolineare, inoltre, che del tutto disancorata da un serio e coerente riferimento normativo è l’affermazione della signora Caronte secondo cui il Sindaco, occupandosi direttamente del dossier avrebbe violato il c.d. principio di separazione tra politica e gestione, sancito dall’art. 107 del T. U. Enti Locali, in virtù del quale organi politici e dirigenti, a cui compete l'attività di gestione dell’Ente, vengono a costituire due apparati distinti, senza possibilità di interferenze. 

Il riferimento normativo operato dalla Caronte é assolutamente inconferente, e per la verità risibile, per l’assorbente considerazione che il citato art. 107 del TUEL fa, ovviamente, riferimento ai soli dipendenti dell’Ente, cioè a chi é titolare di un rapporto organico e di servizio con l’Amministrazione, e non già a chi, come nel caso di specie, da esterna, é stata inserita in un gruppo di lavoro deciso e formalizzato dall’organo di indirizzo del Comune, attribuendo al Sindaco il compito di sovrintendere ai lavori quale massima espressione istituzionale dell’Ente.

Per me, e ne sono fermamente convinto, l’esperienza della candidatura di Tropea a Capitale Italiana della Cultura 2022, é stata e rimane importante, significativa e produttiva: si é compreso, finalmente, che nessun traguardo é precluso ad un contesto come il nostro, si é riusciti a coagulare attorno a un’idea le forze sane di tutta la Calabria, si é suscitata più consapevolezza e responsabilità su chi siamo e su cosa vogliamo e possiamo ottenere, si sono messe da parte logiche clientelari e complessi d’inferiorità, si é accesa un’ulteriore luce sulla bellezza e sulla storia di Tropea  e, soprattutto, si é compreso che ogni meta va conquistata con la competenza, col sudore e il sacrificio. 

Nonostante la diatriba che, mio malgrado e non per mio input, si é accesa rimane in me un sentimento di gratitudine verso tutti quelli che con sincerità intellettuale e morale si sono dedicati a questo bellissimo compito che ci ha fatto crescere insieme. 

Credo che il valore più importante emerso in quest’avventura, che le tristi discussioni in atto non intaccano, sia stato lo spirito di servizio e di questo vado orgoglioso. 

Traguardi così ambiziosi richiedono tempo ed esperienza specifica nel campo, noi abbiamo incominciato e continueremo forti dell’iniziativa intensamente  vissuta. 

 

                                                                Giovanni Macrì Sindaco di Tropea 

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